MANDURIA – Unica nota (molto) stonata ieri nella prima serata della nostra festa, il divieto della comunità religiosa di parlare di omosessualità dal sagrato della chiesa di Sant’Antonio che ci ospitava e che ci ospiterà anche questa sera. Un tema, quello della omosessualità ritenuto quindi inopportuno dall’autorità religiosa che a poche ore dall’inizio dell’evento ci aveva chiesto di censurare l’intervento del nostro collega gay, Danilo Lupo. Il tema di questa nostra quinta edizione della Festa della Voce di Manduria è proprio quello della libertà sotto ogni sua forma. Quindi non potevamo impedire ad un omosessuale, come a chiunque altro, di prendere la parola. Così abbiamo deciso di non cambiare la scaletta facendo intervenire il nostro collega in un altro luogo che non fosse il sagrato della chiesta. Danilo Lupo ha in questo modo parlato tra il pubblico (nella foto di spalle), davanti ad una platea gremita di persone attente che sono rimaste senza parole ad ascoltarlo. Il collega Danilo Lupo, conduttore e autore della nota trasmissione televisiva d’inchiesta di Telerama, «L’indiano», pluripremiato per il suo lavoro coraggioso, tra i premi più prestigiosi quello intitolato a Ilaria Alpi, ha così parlato di «carceri sessuali e libertà di essere». Evidentemente influenzato dalla vicenda, Lupo nel suo intervento ha parlato di una sua esperienza omosessuale vissuta 15 anni fa proprio con un seminarista che esprimeva la sua identità sessualità durante vere e proprie fughe d’amore.
Appena sarà possibile porremo ai nostri lettori il contributo sonoro e video del nostro collega. Ecco, intanto, cosa scriveva ieri sulla sua pagina Facebook al termine della sua esibizione. «Sono stato invitato a parlare della mia omosessualità alla festa de La Voce di Manduria, ospitata sul sagrato della chiesa di Sant’Antonio. I francescani che reggono la chiesa hanno però fatto sapere agli organizzatori di non gradire l’intervento nella loro proprietà. Allora davanti ai 1.000 spettatori manduriani ho fatto il mio intervento non sul palco negato, ma sulla pubblica via. Dedicandolo ai cristiani in Iraq, perseguitati per ciò che sono e che non vogliono nascondere. Perché, come diceva Rosa Luxembourg, “libertà è libertà per l’altro”».
Il post scritto ieri sera ha fatto il giro nella rete per tutta la notte e sta girando ancora suscitando indignazione e sconcerto per l’assurdo, anacronistico e indegno divieto. Tra i tanti, vi proponiamo questo lasciato da un anonimo lettore: «Vorrei tanto ascoltare il tuo intervento fatto sulla pubblica via a Manduria, Danilo; mi piacerebbe ascoltarla solamente per vedere il collegamento fatto ai cristiani in Iraq. Sono invidioso del pubblico che era presente durante il tuo intervento, perché so di aver mi perso un’altra perla dei tuoi interventi. Ciao Danilo».
Questa sera, con inizio sempre alle 21, la Festa continua con altra musica ed altri temi difficili.
Nazareno Dinoi
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