MANDURIA – Settantanove artisti che presenteranno in tutto 29 brani di Fabrizio De Andrè. Dieci persone dello staff tecnico. Sessantadue nostri lettori-contribuenti che hanno versato on line 1.730 euro. Nove collaboratori che scrivono sul giornale. Tre autori di monologhi sui temi della libertà. Tre cine operatori che riprenderanno le serate. Due tecnici che si occuperanno della diretta streaming. Trentacinquemila watt di potenza audio, circa ottanta punti luce e 500 posti a sedere disponibili. Due stand gastronomici con ristorante all’aperto. Tre mostre fotografiche di altrettanti artisti. Sono questi i grandi numeri della macchina organizzativa che guiderà, oggi e domani, per circa sei ore di diretta, la quinta edizione della festa La Voce di Manduria.
Un’organizzazione complessa con oltre 100 persone impegnate per un evento che non ha percepito nessun sostegno pubblico e quindi interamente autofinanziato dai lettori, dal pubblico che vorrà contribuire e dalla proprietà del giornale La Voce. Lo spettacolo delle due serate è libero. I sostenitori che hanno versato e verseranno un contributo (anche prima dell’inizio dello spettacolo), avranno un posto riservato (compatibilmente con il numero di sedie disponibile). Nella foto il pubblico presente ieri.
La due giorni dedicata alla libertà sotto ogni sua forma avrà luogo nello spiazzo antistante la chiesa di Sant’Antonio, nell’omonimo quartiere. Il sagrato del luogo di culto ospiterà il palco. Non più, quindi, come negli altri anni, nel cortile esterno della chiesetta di Santa Croce, oramai insufficiente ad ospitare il pubblico cresciuto di anno in anno.
L’evento riguarderà soprattutto la musica, quelle del poeta scomparso 15 anni fa a cui dedichiamo la serata. Questa edizione riserverà anche momenti di riflessione su tematiche di natura sociale di estrema delicatezza e drammaticità. Si parlerà in generale di libertà nel senso lato e in particolare di libertà di sesso, di cure e di religione. Nel cortiletto interno della chiesa di Santa Croce, dove gli altri anni ha avuto luogo la nostra festa, saranno allestiti gli stand gastronomici e quattro mostre fotografiche di artisti locali (Luigi De Vico, Emilio Distratis e Primula Vico). Nello stesso spazio sarà esposta anche una sintetica illustrazione della rubrica «Lost in scienza» curata settimanalmente sul giornale on line de La Voce dalla nostra brava Valentina Palumbo.
Ecco nel dettaglio il programma di questa seconda ed ultima serata
Domenica 17 agosto ore 21,00
Salvatore Cosentino (magistrato, pubblico ministero presso la Procura di Locri) in un monologo dal titolo
Libertà è partecipazione di e con Salvatore Cosentino. Con l’accompagnamento musicale di Carla Petrachi (pianoforte), Cosentino canterà il brano
La ballata dell’amore cieco (F. De Andrè)
Gianni Vico canta
Accompagnato da Nazareno Dinoi (percussioni), Sara Baldani (violino), Francesco Saverio Massaro (pianoforte)
Un giudice
(di Fabrizio De André , Giuseppe Bentivoglio e Piovani. Nel 1971, un giovanissimo Nicola Piovani cura gli arrangiamenti dell’album “Non al denaro non all’amore né al cielo”, liberamente ispirato all’Antologia dello Spoon River di Edgar Lee Masters. Questo brano, successivamente riarrangiato dalla PFM per il Tour del ’79, dà voce a Seelah Lively, un giudice troppo corto per essere uomo).
Intervento video di Leonardo Mero, ex sacerdote manduriano che si batte contro l’obbligo del celibato nella chiesa cattolica. Dopo 30 anni di sacerdozio il 46 enne manduriano che vive nel Lazio ha deciso di abbandonare l’abito talare per sposarsi e diventare padre.
La Banda Associazione musicale Franco Erario esegue
Don Raffaè
(di Fabrizio De Andrè e Mauro Pagani- Contenuta nell’album “Le Nuvole”, pubblicato nel 1990, questa canzone è stata, successivamente , incisa da in duetto con Roberto Murolo)
Con coreografie dell’Asd Manduria Skating
Assegnazione del premio Roberto Erario 2014 a Aldo Chimienti. Invito sul palco.
Cristiano Erario esegue
Sally (di Fabrizio De Andrè)
Drammatico intervento video della moglie di Piero Pizzi, manduriano malato di Sla. La donna esporrà i problemi che attanagliano la sua famiglia, le sofferenze e le rinunce dei suoi figli per le condizioni di dipendenza del marito. Parlerà della libertà di cura negata al marito che vorrebbe sottoporsi alla sperimentazione con le staminali ma anche delle libertà negate a lei e ai suoi figli che si sostituiscono alle istituzioni sanitarie completamente assenti.
Gianni Vico & Maria Rosaria Coppola eseguono
Accompagnati da Mimmo Massafra (tastiere), Gregorio Prudenzano (chitarra basso) Nazareno Dinoi (percussioni) Serena Calò e Azzurra Massafra (coro)
Sidun
Il 6 Giugno 1982 Israele invase, per la seconda volta, il Libano, dando inizio all’operazione“Pace in Galilea” decisa dal Primo Ministro Begin ed il Ministro della Difesa Ariel Sharon. L’invasione fu accompagnata da devastanti bombardamenti nelle città di Tiro, Sidone, Damour.
In questa canzone Fabrizio De Andrè racconta di un padre che, sotto il cielo in fiamme di Sidone (Sidun in genovese) stringe tra le braccia il corpo dei figlioletto, macinato dai cingoli israeliani.
(Testo di Fabrizio de André Musica d Mauro Pagani e Fabrizio de André – in Creuza de mä, 1984)
U mæ ninin u mæ
u mæ
lerfe grasse au su
d’amë d’amë
tûmù duçe benignu
de teu muaè
spremmûu ‘nta maccaia
de stæ de stæ
e oua grûmmu de sangue ouëge
e denti de laete
e i euggi di surdatti chen arraggë
cu’a scciûmma a a bucca cacciuéi de bæ
a scurrï a gente cumme selvaggin-a
finch’u sangue sarvaegu nu gh’à smurtau a qué
e doppu u feru in gua i feri d’ä prixún
e ‘nte ferie a semensa velenusa d’ä depurtaziún
perché de nostru da a cianûa a u meü
nu peua ciû cresce aerbu ni spica ni figgeü
ciao mæ ‘nin l’ereditæ
l’è ascusa
‘nte sta çittæ
ch’a brûxa ch’a brûxa
inta seia che chin-a
e in stu gran ciaeu de feugu
pe a teu morte piccin-a
(Traduzione)
Sidone
Il mio bambino il mio
il mio
labbra grasse al sole
di miele di miele
tumore dolce benigno
di tua madre
spremuto nell’afa umida
dell’estate dell’estate
e ora grumo di sangue orecchie
e denti di latte
e gli occhi dei soldati cani arrabbiati
con la schiuma alla bocca
cacciatori di agnelli
a inseguire la gente come selvaggina
finché il sangue selvatico
non gli ha spento la voglia
e dopo il ferro in gola i ferri della prigione
e nelle ferite il seme velenoso della deportazione
perché di nostro dalla pianura al molo
non possa più crescere albero né spiga né figlio
ciao bambino mio l’eredità
è nascosta
in questa città
che brucia che brucia
nella sera che scende
e in questa grande luce di fuoco
per la tua piccola morte.
Hathor Plecrum Quartet
Antonio Schiavone (mandolino), Roberto Bascià (mandolino), Fulvio S. D’Abramo (mandola), Vito Mannarini (chitarra) con la partecipazione straordinaria di Francesco Spedicato (tenore) con Gianni Vico e Maria Rosaria Coppola
Sulle corde dei mandolini il racconto di Faber di “Virtù con poco merito e colpe senza errore”
Eseguiranno i brani di De Andrè:
Le nuvole, Un chimico, Il bombarolo, Il gorilla, La canzone di Marinella, Via del campo, Guerra di Piero, La città vecchia, Bocca di rosa, Don Raffae’. Con estemporanea floreale della fiorista Marina Capolli.
Al termine del concerto ci sarà il taglio della torta realizzata da Olimpia Dimitri e il brindisi con l’invito al pubblico di spostarsi nel cortile dell’adiacente chiesa di Santa Croce dove per tutte le due serata sarà allestito un ristorante itinerante gestito dall’associazione «Le mura» e dal bar pizzeria Revolution di Oria.
Maria Rosaria Coppola
RINGRAZIAMENTI – Un ringraziamento particolare al direttore artistico, Roberto Bascià, e al guardiano del convento di Sant’Antonio, padre Salvatore Peluso per la splendida location. A Toto Dinoi per il francobollo sulla grafica del manifesto, ai professionisti di Mettlines, ai ragazzi della Juice Sport, al Consorzio Produttori vini, alle Cantine Soloperto, Rotelli Arte Sacra, E Service Daggiano, Messene Abbigliamento, B&B Archidamo, alla Delta Gas Pugliese, alla Eden 94, a Luigi Andrisano, alla Project multimedia, alla ditta Gregorio Tarentini, al bar Manù, alla pasticceria Pompigna, alla pasticceria Le Delizie, al bar Calò di San Pietro in Bevagna, a Piero Lochi, all’Asd Manduria Skating, alla banda Franco Erario, a Flavio Massari, al conte Massafra e soprattutto a tutti gli artisti che si sono esibiti senza alcun compenso come l’istancabile coppia Gianni Vico e Mariarosaria Coppola. A loro noi tutti dobbiamo molto. E soprattutto grazie ai lettori che hanno contribuito economicamente per la buona riuscita della festa e ai tanti amici, collaboratori e giornalisti della Voce di Manduria per l’insostituibile e prezioso aiuto. Grazie come sempre alla mia famiglia che mi supporta e sopporta.
Nazareno Dinoi)
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