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La Festa, sulle note di De Andrè i temi scottanti del Paese

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Manduria IMG 1923 e1408169839919 <span style=color: #E80000;>La Festa,</span> sulle note di De Andrè i temi scottanti del PaeseMANDURIA – Settantanove artisti che presenteranno in tutto 29 brani di Fabrizio De Andrè. Dieci persone dello staff tecnico. Sessantadue nostri lettori-contribuenti che hanno versato on line 1.730 euro. Nove collaboratori che scrivono sul giornale. Tre autori di monologhi sui temi della libertà. Tre cine operatori che riprenderanno le serate. Due tecnici che si occuperanno della diretta streaming. Trentacinquemila watt di potenza audio, circa ottanta punti luce e 500 posti a sedere disponibili. Due stand gastronomici con ristorante all’aperto. Tre mostre fotografiche di altrettanti artisti. Sono questi i grandi numeri della macchina organizzativa che guiderà, oggi e domani, per circa sei ore di diretta, la quinta edizione della festa La Voce di Manduria. Un’organizzazione complessa con oltre 100 persone impegnate per un evento che non ha percepito nessun sostegno pubblico e quindi interamente autofinanziato dai lettori, dal pubblico che vorrà contribuire e dalla proprietà del giornale La Voce. Lo spettacolo delle due serate è libero. I sostenitori che hanno versato e verseranno un contributo (anche prima dell’inizio dello spettacolo), avranno un posto riservato (compatibilmente con il numero di sedie disponibile).

 

Manduria Schermata 08 2456886 alle 08.18.18 <span style=color: #E80000;>La Festa,</span> sulle note di De Andrè i temi scottanti del PaeseLa due giorni dedicata alla libertà sotto ogni sua forma avrà luogo nello spiazzo antistante la chiesa di Sant’Antonio, nell’omonimo quartiere. Il sagrato del luogo di culto ospiterà il palco. Non più, quindi, come negli altri anni, nel cortile esterno della chiesetta di Santa Croce, oramai insufficiente ad ospitare il pubblico cresciuto di anno in anno.

L’evento riguarderà soprattutto la musica, quelle del poeta scomparso 15 anni fa a cui dedichiamo la serata. Questa edizione riserverà anche momenti di riflessione su tematiche di natura sociale di estrema delicatezza e drammaticità. Si parlerà in generale di libertà nel senso lato e in particolare di libertà di sesso, di cure e di religione. Nel cortiletto interno della chiesa di Santa Croce, dove gli altri anni ha avuto luogo la nostra festa, saranno allestiti gli stand gastronomici e quattro mostre fotografiche di artisti locali (Luigi De Vico, Emilio Distratis e Primula Vico).  Nello stesso spazio sarà esposta anche una sintetica illustrazione della rubrica «Lost in scienza» curata settimanalmente sul giornale on line de La Voce dalla nostra brava Valentina Palumbo.

Ecco nel dettaglio il programma di sala delle due serate

Sabato 16 agosto ore 21,00

Abbiamo smesso di chiamarla per nome e lei si è addormentata in noi… la musica e il canto, forse, serviranno a risvegliarla.

Giuseppe Raho recita “ La bella che è addormentata ha un nome che fa paura Libertà, libertà” monologo scritto da Anna Lucia D’adamo

liberta’ di essere vento e come il vento avere infinite patrie, immense case e nessuna prigione. 

Katia Minerva canta

Korakanè (a forza di essere vento).

Il brano, contenuto nell’album  di Fabrizio De Andrè “Anime Salve” (1996), racconta l’emarginazione del popolo rom e, in particolare, della tribù serbo-montenegrina Korakanè. I versi finali sono scritti in dialetto rom harvato.

Čvava sero po tute

i kerava

jek sano ot mori

i taha jek jak kon kašta

vašu ti baro nebo

avi ker.

kon ovla so mutavla

kon ovla

ovla kon aščovi

me ğava palan ladi

me ğava

palan bura ot croiuti

(Traduzione)

Poserò la testa sulla tua spalla

e farò

un sogno di mare

e domani un fuoco di legna

perché l’aria azzurra

diventi casa

chi sarà a raccontare

chi sarà

sarà chi rimane

io seguirò questo migrare

seguirò

questa corrente di ali.

Hotel Supramonte

Contenuto nell’album del 1981 battezzato dal pubblico “L’indiano”, questo brano è l’intima e singolare narrazione dei quattro mesi di soggiorno forzato in Supramonte, prigioniero insieme a Dori Ghezzi, dell’anonima sequestri sarda.

 

…. libertà di radici

nella terra della memoria popolare dove il passato è ponte per il futuro.

 

Federica Caroppa canta

accompagnata da  Fabio Zurlo (fisarmonica), Gianpaolo Saracino (violino), Davide Chiarelli (batteria), Francesco Caroppa (percussioni).

Volta la Carta.

(Filastrocca popolare ligure adattata e rielaborata da Fabrizio De Andrè con la collaborazione di Massimo Bubola, pubblicata nel 1978  in “Rimini”)

Ave Maria (sarda).

(Canto Tradizionale sardo -nella versione adattata di Albino Puddu-  rielaborato da Fabrizio De Andrè e contenuta  nell’Album “L’indiano” pubblicato nel 1981)

Deus Deus ti salve Maria

chi chi ses de grazia piena

de grazia ses sa ivena

ei sa currente…

ei sa currente…

 

Su, su Deus onnipotente

cun, cun tegus est istadu

pro chi t’ha preservadu

immaculata

 

Bene, beneitta e laudada

supra, supra e tottu gloriosa

mama fizza e isposa

de su Segnore

 

Bene, beneittu su fiore

chi, chi es fruttu e su sinu

Gesu’ fiore divinu

Segnore nostru.

 

Pregade pregade lu a fizzu ostru

chi chi tottu sos errores

a nois sos peccadores

a nos perdone.

 

Meda meda grazia a nos done

in vida e in sa morte

e in sa diciosa sorte

in paradisu

 

(Traduzione)

Dio, Dio ti salvi Maria

che ,che di grazia sei piena

ci grazia sei la vena

e l’energia

 

Il, il Dio onnipotente

con, con te è stato

perciò ti ha preservato

Immacolata.

 

Bene, benedetta e lodata

sopra, soprattutto gloriosa

Mamma, figlia e sposa

del Signore

 

Bene, benedetto il fiore

che, che è il frutto del seno

Gesù fiore divino

Signore nostro.

Pregate, pregate a vostro figlio

che, che tutti gli errori

a noi i peccatori

a noi perdoni.

 

Molta, molta grazia ci doni

nella vita e nella morte

e nella beata sorte

In paradiso

 

 

libertà dell’amore

che non conosce differenze e diffidenze.

 

Laura Dimitri canta

accompagnata da Ezio Scarciglia

Amore che vieni, amore che vai

(Testo e Musica di Fabrizio De André – Incisa e pubblicata per la prima volta nel 1968)

La canzone di Marinella

(Testo e Musica di Fabrizio De André -Incisa e pubblicata per la prima volta nel 1964 dall’autore, questa canzone passò inosservata sino al 1968, anno in cui la voce di Mina la fa conoscere al grande pubblico).

 

Piccola Orchestra “Marugj Frank” Sezione d Indirizzo Musicale della  “MARUGJ/FRANK” (3°Anno Scolastico). Flauto Traverso: Francesca Camassa, Anna Federica Urbano, Francesca Della Rocca, Antonio Baldari, Alice Calo’.

Pianoforte: Adriana Amato, Federica Capogrosso, Chiara Solito. Chitarra: Giulia Di Palmo, Giorgia Dinoi, Basso: Dimitri Rebecca. esegue

La canzone dell’amore perduto

(Testo e Musica di Fabrizio De André – Incisa e pubblicata per la prima volta nel 1966)

 

Piero Dimitri canta

accompagnato da  Gianni Dinoi (fisarmonica), Giuse De Luca (chitarra classica), Adamo Dinoi (chitarra elettrica), Paolo Fanuli (tastiere), Nazareno Dinoi (percussioni), Cristiano Erario (chitarra basso)

Dolcenera

(Testo e Musica di Fabrizio De André e Ivano Fossati. Il brano è contenuto nell’album  di Fabrizio De Andrè “Anime Salve” pubblicato nel 1996)

 

libertà di essere ciò che si è

senza etichette appiccicate all’abito che altri hanno scelto per te.

 

Danilo Lupo, giornalista Telerama, Arcigay Lecce

in un monologo dal titolo

Prigioni sessuali e libertà di essere

 

Piero Dimitri canta

accompagnato da  Gianni Dinoi (fisarmonica), Giuse De Luca (chitarra classica), Adamo Dinoi (chitarra elettrica), Paolo Fanuli (tastiere), Nazareno Dinoi (percussioni), Cristiano Erario (chitarra basso)

Andrea

(Testo e Musica di Fabrizio De André e Massimo Bubola. Il brano è contenuto nell’album  di Fabrizio De Andrè “Rimini” pubblicato nel 1978)

Princesa

( Testo e musica di Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati- Ispirata alla storia di Fernanda Farias, questa canzone è il primo brano dell’ album “Anime Salve” pubblicato nel 1996 )

 

libertà di essere liberi

di pensare, di parlare, di scrivere, di agire, di credere e, soprattutto, di cantare a squarciagola e senza paura il nome della bella Libertà.

 

Serena Calò e Azzurra Massafra cantano

accompagnate da  Sara Baldani (violino),Gianni Vico(chitarra), Mimmo Massafra (tastiere)

Geordie

(Parole e Musica di Fabrizio De Andrè. Ispirata ad una antica ballata inglese, questa canzone fu incisa e pubblicata nel 1966)

 

il gruppo di Gianni Vico

Gianni Vico(chitarra e voce) Ezio Scarciglia (chitarra elettrica), Nazareno Dinoi (percussioni), Sara Baldani (violino), Mimmo Massafra (tastiere), Gregorio Prudenzano (chitarra basso) Serena Calò e Azzurra Massafra (voci)

esegue

Quello che non ho 

(Testo e Musica di Fabrizio De André e Massimo Bubola . Fa parte dell’album “L’indiano” pubblicato nel 1981)

Fiume Sand Creeck

(Testo e Musica di Fabrizio De André e Massimo Bubola .Il brano fa parte dell’album “L’indiano” pubblicato nel 1981. E’ la storia della battaglia del fiume Sand creeck, uno dei tanti massacri compiuti per il genocidio dei nativi d’america)

Il pescatore

(Testo e Musica di Fabrizio De André. Inciso e pubblicato come singolo nel 1970, questo brano è conosciuto dal grande pubblico nella versione che la PFM “regalò al maestro nel tour del 1979)

Nel corso della serata saranno proiettati dei video contributi su Fabrizio De Andrè.

 

SECONDA SERATA

Domenica 17 agosto ore 21,00

 

Salvatore Cosentino (magistrato, pubblico ministero presso la Procura di Locri) in un monologo dal titolo

Libertà è partecipazione di e con Salvatore Cosentino. Con l’accompagnamento musicale di Carla Petrachi (pianoforte), Cosentino canterà il brano

La ballata dell’amore cieco (F. De Andrè)

 

Gianni Vico canta

Accompagnato da Nazareno Dinoi (percussioni), Sara Baldani (violino), Francesco Saverio Massaro (pianoforte)

Un giudice

(di Fabrizio De André , Giuseppe Bentivoglio e Piovani. Nel 1971, un giovanissimo Nicola Piovani cura gli arrangiamenti dell’album “Non al denaro non all’amore né al cielo”, liberamente ispirato all’Antologia dello Spoon River di Edgar Lee Masters. Questo brano, successivamente riarrangiato dalla PFM per il Tour del ’79, dà voce a Seelah Lively, un giudice troppo corto per essere uomo).

 

Intervento video di Leonardo Mero, ex sacerdote manduriano che si batte contro l’obbligo del celibato nella chiesa cattolica. Dopo 30 anni di sacerdozio il 46 enne manduriano che vive nel Lazio ha deciso di abbandonare l’abito talare per sposarsi e diventare padre.

 

La Banda Associazione musicale Franco Erario esegue

Don Raffaè

(di Fabrizio De Andrè e Mauro Pagani- Contenuta nell’album  “Le Nuvole”, pubblicato nel 1990,  questa canzone è stata, successivamente , incisa da in duetto con Roberto Murolo)

Con coreografie dell’Asd Manduria Skating 

 

Assegnazione del premio Roberto Erario 2014 a Aldo Chimienti. Invito sul palco.

Cristiano Erario esegue

Sally (di Fabrizio De Andrè)

 

Drammatico intervento video della moglie di Piero Pizzi, manduriano malato di Sla. La donna esporrà i problemi che attanagliano la sua famiglia, le sofferenze e le rinunce dei suoi figli per le condizioni di dipendenza del marito. Parlerà della libertà di cura negata al marito che vorrebbe sottoporsi alla sperimentazione con le staminali ma anche delle libertà negate a lei e ai suoi figli che si sostituiscono alle istituzioni sanitarie completamente assenti.

 

Gianni Vico & Maria Rosaria Coppola eseguono

Accompagnati da Mimmo Massafra (tastiere), Gregorio Prudenzano (chitarra basso) Nazareno Dinoi (percussioni) Serena Calò e Azzurra Massafra (coro)

Sidun

Il 6 Giugno 1982 Israele invase, per la seconda volta, il Libano, dando inizio all’operazione“Pace in Galilea” decisa dal Primo Ministro Begin ed il Ministro della Difesa Ariel Sharon. L’invasione fu accompagnata da devastanti bombardamenti nelle città di Tiro, Sidone, Damour.

In questa canzone Fabrizio De Andrè racconta di un padre che, sotto il cielo in fiamme di Sidone (Sidun in genovese) stringe tra le braccia il corpo dei figlioletto, macinato dai cingoli israeliani.

(Testo di Fabrizio de André Musica d  Mauro Pagani e Fabrizio de André – in Creuza de mä, 1984)

 

U mæ ninin u mæ

u mæ

lerfe grasse au su

d’amë d’amë

tûmù duçe benignu

de teu muaè

spremmûu ‘nta maccaia

de stæ de stæ

 

e oua grûmmu de sangue ouëge

e denti de laete

e i euggi di surdatti chen arraggë

cu’a scciûmma a a bucca cacciuéi de bæ

 

a scurrï a gente cumme selvaggin-a

finch’u sangue sarvaegu nu gh’à smurtau a qué

e doppu u feru in gua i feri d’ä prixún

e ‘nte ferie a semensa velenusa d’ä depurtaziún

perché de nostru da a cianûa a u meü

nu peua ciû cresce aerbu ni spica ni figgeü

 

ciao mæ ‘nin l’ereditæ

l’è ascusa

‘nte sta çittæ

ch’a brûxa ch’a brûxa

inta seia che chin-a

e in stu gran ciaeu de feugu

pe a teu morte piccin-a

(Traduzione)

Sidone

Il mio bambino il mio

il mio

labbra grasse al sole

di miele di miele

tumore dolce benigno

di tua madre

spremuto nell’afa umida

dell’estate dell’estate

e ora grumo di sangue orecchie

e denti di latte

e gli occhi dei soldati cani arrabbiati

con la schiuma alla bocca

cacciatori di agnelli

a inseguire la gente come selvaggina

finché il sangue selvatico

non gli ha spento la voglia

e dopo il ferro in gola i ferri della prigione

e nelle ferite il seme velenoso della deportazione

perché di nostro dalla pianura al molo

non possa più crescere albero né spiga né figlio

ciao bambino mio l’eredità

è nascosta

in questa città

che brucia che brucia

nella sera che scende

e in questa grande luce di fuoco

per la tua piccola morte.

 

Hathor Plecrum Quartet 

Antonio Schiavone (mandolino), Roberto Bascià (mandolino), Fulvio S. D’Abramo (mandola), Vito Mannarini (chitarra) con la partecipazione straordinaria di Francesco Spedicato (tenore) con Gianni Vico e Maria Rosaria Coppola

Sulle corde dei mandolini il racconto di Faber di “Virtù con poco merito e colpe senza errore”

Eseguiranno i brani di De Andrè:

Le nuvole, Un chimico, Il bombarolo, Il gorilla, La canzone di Marinella, Via del campo, Guerra di Piero, La città vecchia,  Bocca di rosa, Don Raffae’. Con estemporanea floreale della fiorista Marina Capolli.

Al termine del concerto ci sarà il taglio della torta realizzata da Olimpia Dimitri e il brindisi con l’invito al pubblico di spostarsi nel cortile dell’adiacente chiesa di Santa Croce dove per tutte le due serata sarà allestito un ristorante itinerante gestito dall’associazione «Le mura» e dal bar pizzeria Revolution di Oria.

Maria Rosaria Coppola

 

RINGRAZIAMENTI – Un ringraziamento particolare al direttore artistico, Roberto Bascià, e al guardiano del convento di Sant’Antonio, padre Salvatore Peluso per la splendida location. A Toto Dinoi per il francobollo sulla grafica del manifesto, ai professionisti di Mettlines, ai ragazzi della Juice Sport,  al Consorzio Produttori vini, alle Cantine Soloperto, Rotelli Arte Sacra, E Service Daggiano, Messene Abbigliamento,  B&B Archidamo, alla Delta Gas Pugliese, alla Eden 94, a Luigi Andrisano, alla Project multimedia, alla ditta Gregorio Tarentini, al bar Manù, alla pasticceria Pompigna, alla pasticceria Le Delizie, al bar Calò di San Pietro in Bevagna, a Piero Lochi, all’Asd Manduria Skating, alla banda Franco Erario, a Flavio Massari, al conte Massafra e soprattutto a tutti gli artisti che si sono esibiti senza alcun compenso come l’istancabile coppia Gianni Vico e Mariarosaria Coppola. A loro noi tutti dobbiamo molto. E soprattutto grazie ai lettori che hanno contribuito economicamente per la buona riuscita della festa e ai tanti amici, collaboratori e giornalisti della Voce di Manduria per l’insostituibile e prezioso aiuto. Grazie come sempre alla mia famiglia che mi supporta e sopporta.

Nazareno Dinoi)

 

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