MANDURIA – Se qualcuno ieri si aspettava qualche miracolosa ricetta dal consiglio comunale sull’ospedale di Manduria, sarà rimasto deluso. Un’assise comunale al completo (erano presenti persino i due consiglieri, Vincenzo Dimitri e Francesco Ferretti, perennemente assenti durante le sedute normali), con cinque consiglieri regionali e un direttore generale della Asl (arrivato in forte ritardo), per dire che la chiusura momentanea di Nefrologia e Pediatria è stata necessaria e che non ci sono speranze per riaprire il punto nascite con l’ostetricia e che anzi c’è il rischio che la pediatria chiuda per sempre. Non ci sono risorse, la coperta si è fatta corta, ha detto il direttore generale Stefano Rossi presentando l’aspetto vero della crisi. «Non c’è personale neanche per potenziare i servizi in sofferenza», ha detto alla platea. Per la pediatria, poi, è stato categorico. «Quel reparto – ha detto – sulla carta non esiste e se è ancora in piedi è perché mi sono assunto io la responsabilità di farlo». L’unico dato positivo, il prossimo avvio della risonanza magnetica e la certezza della riapertura della nefrologia dal prossimo 14 settembre. Per la pediatria, si è scoperto ieri, ci sono dei problemi da risolvere. «I tre infermieri, di cui due della pediatria, prestati al pronto soccorso – ha detto il presidente Dimonopoli che è medico di quel servizio -, non possiamo lasciarli andare se non arrivano i sostituti». Molto scenografica ma apprezzata quanto, però, inutile, la presenza dei cinque consiglieri regionali, Luigi Morgante, Peppo Turco, Francesca Franzoso, e Renato Perrini. In prima fila anche il consigliere regionale Donato Pentassuglia già assessore alla Sanità della giunta di Nichi Vendola.
Molto duro e tecnico è stato l’intervento del consigliere dissidente Enzo Andrisano che ha contestato il contenuto di una circolare della direzione generale che giudica positiva e senza sofferenze per l’utenza l’esperienza di chiudere i due reparti (la stessa critica è stata mossa anche dalla consigliere Franzoso). «Lei si ritiene soddisfatto perché valuta il risparmio economico ottenuto ma non ha tenuto conto dei disagi che la sua scelta ha prodotto nella popolazione, se deve tagliare cominci a farlo su altro e non sempre su Manduria che ha già dato abbastanza», ha concluso Andrisano.
Il consiglio si è poi chiuso con un nulla di fatto, senza nemmeno una delibera da approvare. Se ne riparlerà nel corso di una nuova seduta monotematica, ha fatto sapere il presidente Dimonopoli.
L'articolo Il Giannuzzi è ancora un malato grave è stato pubblicato originalmente su La Voce di Manduria.