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I rifiuti di tutta la provincia a Massafra

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DISCARICA CISA 03 300x189 I rifiuti di tutta la provincia a MassafraDa ieri tutti i rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni dell’intera provincia di Taranto, 29 tra cui la città capoluogo, saranno smaltiti nella discarica di Massafra di proprietà della «Cisa Spa», gruppo Marcegaglia. Lo ha deciso l’assemblea dell’Oga, l’organo di governo che regola il flusso dei rifiuti in ambito provinciale, dopo un lungo braccio di ferro con l’amministrazione di Manduria dove ha sede l’altra discarica gestita da una società, anche questa privata, la «Manduriambiente Spa», giunta ad esaurimento. La maggioranza dei sindaci ha sperato sino alla fine che il loro collega di Manduria, Roberto Massafra, firmasse un’ordinanza per consentire l’esercizio in proroga degli impianti di Manduriambiente attraverso un aumento dei livelli di accumulo della spazzatura. Ipotesi, questa, già scartata dall’intero consiglio comunale manduriano lamentando la forte compromissione ambientale del territorio già sede di una vecchia discarica mai bonificata e causa accertata d’inquinamento della falda acquifera.

Gli impianti che ospiteranno la spazzatura dell’intera provincia (circa 255 mila tonnellate quella prodotta nel 2011), sono costituiti da un termovalorizzatore (uno dei due presenti nella regione Puglia), e da un impianto di produzione di Cdr della capacità nominale di 87.000 tonnellate.

La soluzione di Massafra non è piaciuta ai sindaci dell’ex Ato 3 che scaricavano a Manduria perché saranno ora costretti ad un notevole esborso per coprire i costi maggiorati dei conferimenti. La tariffa adottata dalla Cisa, infatti è di circa 125 euro per ogni tonnellata contro i 48 euro pagati alla Manduriambiente. Per questo l’assemblea dell’Oga presieduta momentaneamente dal sindaco di Massafra, Martino Tamburrano, su delega del titolare, Ippazio Stefàno, sindaco di Taranto, ha dato mandato alla presidenza di fare una ricerca di mercato per trovare soluzioni più economiche. Un sito alternativo che potrebbe accogliere spazzatura urbana tal quale è quello di Brindisi dove si pagherebbero cifre di circa la metà rispetto a quelle massafresi. Comunque troppe per i piccoli comuni del tarantino che devono sommare a questo anche i costi relativi al trasporto sino a Brindisi o a Massafra. Per questo nell’assemblea dell’Oga ieri non sono mancate le parole grosse tra sindaci coinvolti nell’emergenza. Quello di Manduria, ad esempio, ha minacciato addirittura di denunciare gli altri per danno ambientale. Il presidente Tamburrano che assieme a tutta l’immondizia della provincia si porta a casa circa 500 mila euro di royalty all’anno dai nuovi «clienti», ha invece puntato l’indice contro le amministrazioni locali del territorio, Manduria non esclusa, colpevoli a suo dire di «aver fatto finta di non vedere il danno all’ambiente pur di risparmiare sulle tariffe di conferimento». Duro anche il parere del sindaco di Fragagnano, Michele Andrisano che se la prende con la Regione Puglia: «La colpa è di Vendola che non ha mai voluto risolvere il problema concedendo deroghe su deroghe e lasciando a noi solo l’onere di aumentare le tasse per far fronte ai maggiori costi».

Intanto sullo sfondo si profila il dramma occupazionale per l’organico della Manduriambiente Spa. Molti dei 23 dipendenti potrebbero ricevere presto la lettera di licenziamento. A preoccupare gli amministratori della società appartenente al gruppo Unieco delle cooperative rosse di Reggio Emilia e dalla Intini Angelo Srl di Noci, è anche la Guardia di Finanza che a giorni dovrebbe conclude le indagini per una presunta truffa proprio sulla gestione delle tariffe.

Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno


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