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Centomila per il primo maggio di Taranto LE FOTO

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TARANTO – «Taranto ha un sapore diverso». Molti artisti hanno spiegato così la loro partecipazione alla terza edizione del Concerto del Primo Maggio organizzato dal Comitato «Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti» che anche quest’anno ha richiamato al Parco archeologico delle mura greche decine di migliaia di persone, centomila per i promotori dell’evento.

«Credo che a rendere tutto così speciale – ha sottolineato Roy Paci, che ha curato con Michele Riondino la direzione artistica – ci sia soprattutto il fattore dal basso. Questa è una manifestazione che nasce davvero dall’esigenza irrefrenabile di persone che con determinati problemi ci fanno i conti tutti i giorni». Musica e impegno civile. Sul palco si sono alternati artisti affermati, band emergenti, rappresentanti di associazioni e movimenti.

In mattinata il prologo con il dibattito a cui hanno preso parte Raffaella Ottaviano, don Palmiro Prisutto, Albina Colella e Renato Accorinti. Il concerto è stato aperto da Davide Berardi con «Questa è la mia terra e nun la lasso…», poi la pizzica degli Officina Zoe’ ha infiammato il pubblico. A seguire spazio al sound delle Bestierare con Il Muro del Canto e la musica elettronica di `Iosonouncane´. Il rock dei Velvet ha preceduto le esibizioni di Ilaria Graziano e Francesco Forni, Brunori Sas e il tarantino Diodato che ha interpretato il suo brano più noto: «Babilonia». Quindi è stato il momento di John De Leo, ex dei Quintorigo, Francesco Baccini con «Ho voglia di innamorarmi» e Andrea Rivera con la canzone satirica e amara: «Che paese speciale».

Il programma prevede, dopo l’esibizione di Mannarino, l’intervento del direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio per ripercorrere la vicenda dell’Ilva e dei sette decreti legge. Il finale è dedicato a Subsonica, Marlene Kuntz, Caparezza, LnRipley e FidoGuido. Sul palco sono saliti anche gli attivisti del Comitato dei Liberi e Pensanti. «Noi – hanno detto – siamo per la chiusura delle fonti inquinanti e per il reintegro degli operai nelle opere di bonifica. Taranto è storia e cultura. E tutto il mondo lo deve sapere». (Ansa – Foto di Angelo Ingenito)

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