In tutti questi mesi ho avuto modo di parlare della nostra lotta contro lo scarico a mare a diversi giornalisti di quotidiani e tv nazionali.
Tra quelli che mi hanno risposto, alcuni mi hanno detto che secondo loro non c’era la “notizia” perché non c’era, e non c’è, ancora nessun danno.
Non voglio giudicare le valutazioni personali che ogni professionista fa nello svolgimento del proprio lavoro ma mi limito a domandarmi se la “notizia” deve per forza essere un danno e non invece una popolazione che -nell’indifferenza di tutte le Istituzioni e di tutti i Partiti- sta portando avanti, sul proprio territorio, una lotta preventiva contro un disastro annunciato. E per di più, non una popolazione che dice solo dei “No” ma che è anche capace di proporre soluzioni alternative valide sul piano ambientale, scientifico e normativo che sono, però, rimaste inascoltate dai tutti i decisori politici e tecnici. Dobbiamo, quindi, aspettare la fogna scaricata in un mar Ionio cristallino tra due aree protette regionali per leggere uno di quei pezzi -belli quanto inutili- in cui il giornalista si indigna perché bla bla bla?
Tutti appassionati a quel tipico sport nazionale in cui ci si sveglia solo il giorno dopo e ci si piange addosso per il resto del tempo?
Cosa deve succedere affinché i giornalisti nazionali si accorgano di questa emergenza?
In attesa che qualcuno mi risponda, ringrazio di cuore tutti quei giornalisti di testate locali, provinciali e regionali che, pur tra mille difficoltà, stanno sul pezzo tutti i santissimi giorni e che seguono questa vertenza con la stessa preoccupazione di noi comuni mortali.
Nicolò Giangrande
The post Bloccare lo scarico a mare prima che «diventi notizia» appeared first on La Voce di Manduria.