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Il mio incontro con i Verdena

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Schermata 02-2457055 alle 08.42.11Ho atteso il 29 gennaio per circa un mese prima di poter incontrare i Verdena, uno dei gruppi di rilievo nel panorama rock italiano. Finalmente quel giorno è arrivato e sfortunatamente è anche passato. Sono stati invitati alla Feltrinelli di Bari per presentare il nuovo album così atteso dai loro fan, Endkadenz vol.1.

Il gruppo è composto da tre musicisti bergamaschi: Alberto (voce) e Luca (batteria) che sono fratelli e Roberta (basso). I tre hanno lavorato sull’incisione di due album, il secondo volume uscirà a maggio, per volere soprattutto della casa discografica. Endkadenz è composto da tredici tracce nei quali si alternano suoni e vibrazioni familiari a coloro che conoscono musicalmente questo gruppo. Sono presenti brani che suonano un rock che emana malinconia ma allo stesso tempo energia e altri vicini a un pop distorto che non assomiglia a nessun brano conosciuto. Perché è questa la grandezza dei Verdena: sono fine a sé stessi, non ricordano neanche vagamente nessun altro gruppo musicale.

La parola “Endkadenz” è un effetto scenico teatrale. In un’intervista rilasciata a Repubblica, Luca spiega: “Alberto e Roberta mi hanno regalato un libro con tutti i tipi di percussioni del mondo. Mi è caduto l’occhio su un compositore, Mauricio Kagel, un pazzo che voleva dare un effetto finale teatrale alle sue performance obbligando il percussionista a infilarsi con tutto il busto nel timpano e rimanerci dentro alcuni minuti. È la ‘cadenza finale’, l’ultimo ‘colpo’. Ci piaceva l’idea che il nostro disco fosse questo: il colpo finale del concerto. Tutto concentrato lì”.

Nel libretto all’interno del cd ci sono alcuni disegni e una foto che spiegano molto bene ciò che il batterista afferma.

Appena ho varcato la soglia della libreria mi sono diretta alla cassa per comprare il disco e farmelo autografare, come da abitudine. Nonostante fossi arrivata in anticipo dall’ora di inizio che suggeriva l’evento su facebook, lo spazio adiacente il “palco” dove si sarebbero esibiti i Verdena, era occupato da ragazzi seduti per terra. Ho cercato disperatamente un posto più vicino possibile in modo da sentire e vedere bene. Non sopporto l’idea di dover andare a un concerto e assisterlo da lontano! Mi piace osservare le espressioni facciali, i particolari fisici e il loro modo di comunicare con il resto della band per darsi il via ad ogni canzone.

Dopo il soundcheck e una lunga attesa, finalmente hanno iniziato la loro performance acustica che ha compreso cinque canzoni del nuovo album (Ho una fissa, Nevischio, Puzzle, Un po’ esageri, Derek).

Durante l’esibizione ho pensato che potevano essere uno di quei gruppi che suonano solo per il gusto di farlo, non per ricevere particolari attenzioni, quasi con umiltà. Questo pensiero mi è balenato in testa per il loro modo di suonare, tutti e tre come se fossero soli nella loro sala di registrazione e su di loro non ci fossero occhi e orecchie puntate.

Alla fine di ogni brano Alberto ringraziava timidamente al microfono lo scoscio di applausi e fischi che li invadevano.

Dopo la performance, un addetto all’intervista ha chiesto se qualche fan coraggioso volesse porre al gruppo qualche domanda e nonostante la timidezza, qualcuno che ha parlato c’è stato.

Alcune delle domande – risposte che ci sono state:

Fan: E’ vero che i vostri testi non hanno alcun significato preciso?
Roberta: Certo che no, i nostri testi hanno un significato ben preciso, però in fondo ognuno può parafrasarli come vuole no? A seconda del senso che vuoi dare loro.

Fan: Quali sono i libri della new generation che hai letto negli ultimi anni?
Alberto: In questi quattro anni non ho letto questo genere, anche perché siamo stati occupati in sala registrazione quasi tutto il tempo. Ogni tanto però ho letto delle fiabe ai miei figli, come il Gigante Buono e Il Piccolo Principe. Sono delle letture bellissime e hanno dei disegni pazzeschi, fantastici!

Fan: Chi sono gli Dei che vengono citati nei vostri brani?
Alberto: Gli dei che nominiamo nelle nostre canzoni non sono altro che un’invenzione dell’umanità.

Tutti e tre parevano molto timidi, per niente abituati alle tante interviste succedute in tutti questi anni di carriera musicale. Rispondevano con un fil di voce e brevemente, sorridevano imbarazzati. Questo loro aspetto mi ha intenerita, perché in fondo, nonostante la loro grandezza artistica, sono persone come noi. Questo è un concetto che, per quanto semplice sia, non riesco a capire del tutto.

A conclusione della presentazione dell’album, i Verdena si sono resi disponibili ad autografare cd, fare foto e brevi chiacchierate con i fan.

Io ho spiegato la mia collaborazione all’interno del giornale del mio paese e mi sono fatta rilasciare un video che regalo a tutti quei lettori de La Voce di Manduria che come me sono fan del gruppo.

Francesca Dinoi

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