MANDURIA – Il sindaco Roberto Massafra, sconfitto ancora dai suoi stessi uomini, non l’ha presa bene. «Ha vinto il partito dei dirigenti», è stato il suo commento. Sui numeri che mancano il primo cittadino è stato altrettanto lapidario e schietto: «non mi pare ci sia l’intenzione di andarcene a casa, ma se così fosse – ha aggiunto -, non ci sarebbe bisogno di raccogliere le 13 firme perché sarei io a lasciare». Massafra che al termine della seduta ha avuto un breve incontro con i suoi (quelli rimasti ieri in municipio), ha deciso comunque di restare al suo posto per cercare di riparare i danni. «Ora che hanno stravolto i piani – ha affermato – dovremo trovare una soluzione per far funzionare la macchina amministrativa con le risorse e le figure che abbiamo a disposizione»
Quasi tre ore di discussione a porte chiuse (il cui contenuto, in sintesi, lo raccontiamo in altra parte del giornale), non sono servite al sindaco a ricompattare la maggioranza ed evitare l’ennesima sconfitta. Con una maggioranza di 12 consiglieri contro 7 e un astenuto, il Consiglio comunale ieri ha revocato la delibera del novembre 2013 che modificava la pianta organica con l’eliminazione dei dirigenti. Con il sindaco sono rimasti solo i consiglieri del suo gruppo, Maggi, Minonne, Barbieri, il consigliere del Ncd, Roberto Puglia e i due di Lariccia, Quaranta e Giuliano. Si è astenuto il presidente Nicola Dimonopoli. Determinante per la sconfitta l’assenza del gruppo di Leo Girardi che dopo un’accesa contestazione ad apertura di seduta per l’eccessivo ritardo d’inizio, ha abbandonato l’aula sbattendo la porta. Ora la giunta dovrà ingoiare l’ennesimo boccone amaro e annullare i propositi di mobilità dei dirigenti che quindi restano in carica almeno sino a nuovi provvedimenti.
N.D.
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