MANDURIA – Nel 1987 avvenne a Manduria un’altra tragedia uxoricida che sconvolse la tranquillità della cittadina. Nel gennaio di quell’anno una donna fu uccisa dal marito con due colpi di fucile al petto. A compiere l’insano gesto fu un uomo di 69 anni, G.P., pervaso dalla gelosia. L’uomo era convinto che la moglie, A.M., lo tradisse e una mattina mentre era in campagna a lavorare, ebbe l’ennesima confidenza da parte di un conoscente che lo informava della tresca della moglie con un amico. Accecato dall’ira, il contadino tornò a casa ed affrontò la donna che si trovava in casa. La lite sfociò nella tragedia. Afferrata la doppietta che deteneva legalmente la puntò contro la moglie esplodendo due colpi mortali. I vicini allertarono le forze dell’ordine che giunsero poco dopo e alle quali il contadino si consegnò senza reticenza e ammettendo il movente passionale del delitto. I due coniugi avevano sei figli tutti sposati. Il contadino disse ai carabinieri che rientrando vide la moglie sulla porta che salutava qualcuno e questo evidentemente gli bastò per convincerlo del tradimento da punire con la morte. Il processo che ne seguì durò dieci anni e l’omicida fu sottoposto a perizia psichiatrica dalla quale emerse che era completamente infermo di mente, quindi non punibile. Alla fine G.P. aveva ucciso la moglie A.M. solo per una serie di bazzecole, perché “parlava troppo” con i vicini, spettegolando in giro “i segreti” di casa. La sua ultima confidenza coi vicini fu fatale per la donna in quanto il contadino era a casa ad attenderla col fucile, freddandola con due colpi.
Sara Piccione
The post Uccide la moglie che «parlava troppo» appeared first on La Voce di Manduria.