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Strada tra i canneti del fiume IL VIDEO

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Schermata 2014 01 22 alle 16.55.27 300x164 Strada tra i canneti del fiume IL VIDEOMANDURIA – «All’interno dell’area naturale protetta del fiume Chidro, alle spalle dell’ecometro di proprietà del consorzio di Bonifica dell’Arneo, interi ettari di canneto e macchia sono stati distrutti per fare spazio alla realizzazione di una strada fatta con materiale di scarto di cava che collega la via asfaltata che passa di fronte all’impianto suddetto con quella del “centro commerciale” di San Pietro in Bevagna; strade realizzate addirittura passando nell’acqua stessa del canneto e sbarrando con un manufatto in cemento lo stesso scorrere dell’acqua verso le vasche di raccolta». E’ questa la denuncia presentata dal noto ambientalista Francesco Dilauro, tra gli altri, alla Procura della Repubblica di Taranto, al sindaco di Manduria, all’assessore regionale al territorio Barbanente e al direttore delle Riserve Naturali “Chidro e Salina dei Monaci”. Nella denuncia, accompagnata da un video di 12 minuti, girato nei giorni scorsi nei luoghi in oggetto (e che pubblichiamo interamente e in esclusiva sul nostro sito), si legge come «risulti impensabile nel 2014 ma, stante l’andazzo della tutela del territorio e delle riserve naturali in loco, neanche tanto improbabile, che si possa in piena area S.I.C., in piena Area Naturale Protetta, entro i 300 metri dalla battigia e in presenza di vincoli quali il P.U.T.T. ed idrogeologico portare a termine opera di tale impatto, senza cogliere alcun segnale di blocco lavori, o sequestro, o comunque interdizione di attività illecite di estrema gravità e valenza delinquenziale. Invero – si legge ancora nell’esposto -, è deducibile un’interruzione delle opere risalente, verosimilmente, a qualche mese addietro, ma ad oggi  non è dato sapere se e quali autorità siano intervenute e, nel caso siano intervenute, se sia stato ingiunto ed entro quali termini  il ripristino dello stato dei luoghi, in assenza del quale le opere stesse ed i terreni su cui insistono devono essere acquisite al patrimonio comunale». La denuncia quindi, chiede agli organi destinatari della stessa di «attivarsi, oltre che per la individuazione dei responsabili, per un effettivo ripristino dello stato dei luoghi, in assenza del quale possono ipotizzarsi ulteriori reati, quali l’inottemperanza all’ordine delle autorità e, nel migliore dei casi, l’omissione d’atti d’ufficio».

Gabrio Distratis

 

 


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