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Estorsione e minacce: «Gigi Blasi è innocente»

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Schermata 06-2457565 alle 08.30.50MANDURIA – Il giudice del tribunale di Taranto, Maria De Simone ha assolto ieri l’imprenditore manduriano Gigi Blasi dall’accusa di estorsione aggravata e minacce. Blasi che si era difeso dall’avvocato Lorenzo Bullo, era stato denunciato da due suoi ex dipendenti i quali avevano raccontato di aver lavorato più di quanto era indicato nelle buste paga sotto la minaccia del licenziamento. Versione questa che è stata smontata dall’avvocato Bullo il quale ha prodotto una serie di documenti e dichiarazioni di altri testimoni che hanno convinto il giudice ad assolvere l’imprenditore perché il fatto non sussiste.

I fatti per i quali Blasi era finito sotto processo risalgono al periodo 2012 quando due dipendenti della Fima, Spa, società di proprietà di Blasi, si recarono agli uffici della polizia giudiziaria di Taranto denunciando presunti soprusi da parte dell’imprenditore manduriano che li costringeva a firmare buste paga false non dal punto di vista dell’importo dovuto ma nel computo delle ore lavorate (40 ore settimanali anziché 50). Precedentemente gli stessi lavoratori, interrogati dalla guardia di finanza nel corso di un accertamento fiscale nell’azienda di Blasi, avevano il contrario affermando, nella seconda versione, che erano stati costretti a dichiarare il falso. Oltre alla presunta violazione del rispetto delle ore come da contratto, i due operai avevano denunciato la presenza nello stabilimento di lavoratori in nero o pensionati. Questo aveva convinto il pm, Lucia Isceri, a chiedere il rinvio a giudizio per Blasi che assistito dal suo legale di fiducia aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato condizionato. Una scelta efficace da parte dell’avvocato che ieri ha ottenuto l’assoluzione piena del suo assistito.

Nella sua memoria difensiva Bulla ha prodotto la testimonianza di altri dipendenti della stessa azienda ma la chiave di volta che ha fatto concludere l’udienza in favore di Blasi è stata la circostanza che era stata omessa dai due denuncianti. I due, infatti, che in un primo momento avevano dichiarato la regolarità del rapporto, avevano poi ritrattato dopo che Blasi nel corso di un cambio societario aveva licenziato tutti i dipendenti riassumendoli subito dopo ad eccezione die due denuncianti. I quali, ha provato Bullo, già tre mesi prima il licenziamento avevano intentato una vertenza nei confronti del datore di lavoro. «Le affermazioni fornite in sede di esposto – ha detto Bullo nella sua arringa difensiva – appaiono funzionali a tamponare e rimediare alle eccezioni sollevate in tema di vertenza di lavoro».

Nazareno Dinoi

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