MANDURIA – L’inchiesta sul depuratore consortile di Manduria e Sava con recapito finale nel mare di Specchiarica, divenuto materia di indagine della magistratura tarantina grazie ad un esposto presentato un anno fa dai Verdi di Manduria, sta avendo un’accelerazione. Nei giorni scorsi il responsabile manduriano dei Verdi, Gregorio Mariggiò (nella foto), con altri esponenti del partito, è stato ascoltato dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, incaricati dalla procura tarantina a condurre le indagini che al momento non vedrebbero indagati. I militari del Noe starebbero allestendo la relazione finale da trasmettere al pubblico ministero che si occupa della questione a cui toccherà la richiesta di archiviazione o l’eventuale proposta di rinvio a giudizio a carico di persone da identificare. Il partito ambientalista cerca di far fallire i piani dell’Acquedotto pugliese puntando su una presunta sovrastima degli abitanti asserviti al depuratore ma anche sulla errata interpretazione di alcune leggi e sui vincoli paesaggistici non rispettati.
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