MANDURIA – Dieci, dodicimila euro per un loculo e sino a 2.500 per una cella ossario ospitati in cappelle non di famiglia. Tutto sottobanco, a nero, mascherato da finta pietà e con l’impegno per entrambi di tenere la bocca chiusa. Qualcuno si scandalizzerà. Altri penseranno che si sta scoprendo l’acqua calda. Comunque sia è questo lo strisciante e sporco mercato che si consuma nel cimitero comunale di Manduria. Un’attività speculativa alimentata dalla mancanza di posti pubblici se non le fosse in terra libera che sono scomparsi quali ovunque, e dalla necessità per alcune famiglie di esaudire il desiderio del proprio defunto che in vita aveva strappato la promessa ai suoi congiunti che non l’avrebbero sepolto nella nuda terra. Un business che si regge sul dolore e sull’inefficienza della pubblica amministrazione che alimenta il mercato nero dei loculi perché non è in grado di offrire un servizio pubblico.
Tutto è reso possibile da una delibera, approvata il 5 febbraio del 2013 dall’allora commissario straordinario Aldo Lombardo, che ha modificato un articolo del regolamento cimiteriale che impediva la sepoltura in loculi non di proprietà del defunto o di parenti stretti. L’atto in questione che ha dato il via al mercato nero delle sepolture, fu motivato con l’impossibilità per l’ente di garantire sistemazioni pubbliche avendo da tempo esaurito la disponibilità di loculi e cellette ossario comunali. L’ufficio preposto, si legge nella delibera in questione, «ha raccolto notevoli e pressanti domande di familiari interessati che non accettano di buon grado le sepolture dei propri cari nella nuda terra o, ancora peggio, vedere disperdere i resti mortali sciolti in ossario comune». Il regolamento vigente allora, non a caso forse, non permetteva la sepoltura in sepolcreti privati, neanche temporanea, di defunti estranei al titolare della concessione. Ed ecco la trovata del commissario. «L’uso di loculi e cellette ossario posti in sepolcreti privati, solo nella ipotesi di esaurita disponibilità di posti comunali, può autorizzarsi anche per salme di soggetti non aventi rapporto di parentela con il concessionario cimiteriale ospitante, a titolo esclusivamente gratuito e a condizione che la salma o resti mortali vengano rimossi una volta accertata la disponibilità nella erigenda colombaia comunale e/o costruzione di nuovi loculi in prefabbricato».
Naturalmente una volta trovata la disponibilità di qualche «benefattore» (alcuni naturalmente lo sono davvero avendo offerto un posto senza nulla pretendere), difficilmente la salma viene traslata per trasferirla altrove. Ipotesi questa resta tra l’altro impossibile dal momento che il comune non è ancora in grado realizzare nuove colombaie nonostante un progetto già finanziato e messo a gara.
Nazareno Dinoi
Circuito Publi.net
L'articolo Cimitero, il business della vergogna è stato pubblicato originalmente su La Voce di Manduria.