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Inseguimento e colpi di pistola all’alba

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PalazzineIacpViaSPietroMANDURIA – Scene da Far West all’alba di mercoledì scorso a Manduria con inseguimento d’auto tra carabinieri e ladri, colpi di pistola esplosi in aria e placcaggio dei militari che fermano il presunto ladro sotto il tiro della pistola. E’ successo intorno alle 5 del mattino nel piazzale antistante le palazzine popolari di via per San Pietro in Bevagna. A quell’ora una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Manduria aveva intercettato un’auto con a bordo uno o due malviventi che alla vista dei militari si sono dati alla fuga. E’ cominciato così uno spericolato inseguimento per le vie del paese che si è concluso davanti alle palazzine dello Iacp dove il ladro (forse due) ha abbandonato la macchina dileguandosi a piedi nelle campagne. Quando è arrivata l’autopattuglia nelle vicinanze delle palazzine hanno visto un uomo che hanno bloccato perché sospettato di essere il ladro. I militari lo hanno così fatto salire in macchina e portato in caserma dove è stato identificato. In realtà si trattava di un’abitante delle case popolari che si stava recando a lavoro. Una svista, insomma, fortunatamente conclusa senza danni, giustificata dalla concitazione dell’azione in atto, dalla cattiva visibilità e dall’ambiente in cui si sono verificati i fatti. La zona, infatti, è abitata da persone che hanno avuto a che fare con la giustizia ma anche da persone incensurate. Una di queste sembra essere proprio quello scambiato per ladro. A lagnarsi di questo è la moglie che in una lettera molto inviata al giornale La Voce di Manduria, esprime rabbia perché la scena del fermo sarebbe avvenuta sotto gli occhi terrorizzati della figlia minorenne. Così la donna spiega l’accaduto. «Dopo aver sentito vari spari e sirene, il ladro è scappato e proprio in quel momento c’era mio marito giù ad aspettare il suo datore di lavoro per potersi guadagnare da vivere per me è per nostra figlia. Un carabiniere appena lo ha visto – continua la signora –  si è permesso di sbatterlo a terra come se fosse un animale dicendo che aveva trovato il ladro».

Passato lo spavento, la donna (che non ha presentato nessuna denuncia formale) esprimere con le parole il proprio risentimento. «Rimane il fatto – scrive – che mio marito ha quasi rischiato la vita quella mattina, rimane il fatto che mia figlia ha dovuto vedere l’orrore, rimane il fatto che io ho perso mille anni di vita. Rimane il fatto – conclude la donna – che noi siamo i “poveri” e moriremo da “poveri” e nessuno mai ci aiuterà e proteggerà».

Altrettanto significativo il senso di un altro commento scritto da una ragazza che abita in quelle stesse palazzine e che racconta lo stesso episodio. «Abito in un quartiere dove per via di molta frequenza di forze dell’ordine, la gente che vi abita viene mal giudicata, mentre ci sono bambini e ragazzi come me che cercano un futuro e tante mamme, tanti papá, che puntualmente, tutte le mattine, vanno a lavorare vedendo magari l’alba e i tramonti a lavoro, lontani dalle loro famiglie».

C’è da dire, a discolpa dei carabinieri coinvolti nell’azione, che le procedure da loro adottate sono comprese nelle cosiddette regole d’ingaggio.

Nazareno Dinoi   

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L'articolo Inseguimento e colpi di pistola all’alba è stato pubblicato originalmente su La Voce di Manduria.


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