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Don Bosco, Fistetto: “la punizione? Ho esaudito un desiderio”

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fistetto fotoOtto gol e un rigore sbagliato, lo score è quello di un attaccante in erba. Tanta roba se a realizzarli è uno che di professione fa il terzino con mansioni tutt’altro che da cecchino. Con licenza di offendere senza dubbio, ma pur sempre il quarto difensore nella casella mancina. La copertina è tutta di Paolo Fistetto che domenica ha prima siglato la rete del pari e poi ha chiuso le ostilità con una punizione chirurgica, meritevole di due e più replay. Eppure i problemi non sono mancati, nonostante i numeri pongano l’accento su un rendimento da attaccante aggiunto. Una fascia di capitano cucita su misura da mister Scolozzi, poi detronizzato in corso d’opera da Trisolino, successore dell’ex bandiera manduriana. Salvatore Gallone è l’erede designato a campionato in corso, una mozione di sfiducia che ha alleggerito il terzino da qualsiasi responsabilità. Domenica la sua doppietta ha messo in ghiacciaia trequarti di salvezza e ora punta dritto alla doppia cifra in campionato.

 Fistetto, una punizione perfetta proprio sotto l’incrocio che ha chiuso la gara. Esultanza pacata, quasi a voler dire “per me è tutto normale”.

«Non voglio sembrare presuntuoso, ma un secondo prima di batterla un mio compagno si è avvicinato e mi ha detto: “chiudi la partita per favore”, io ho semplicemente esaudito il suo desiderio».

Terzino sinistro per quasi tutta la stagione, domenica laterale di centrocampo. Quale ruolo preferisci?

«Io sono un esterno basso, il mio ruolo è stato sempre quello, ma non ho preferenze, purchè giochi sulla corsia mancina. Mi piace molto impostare e creare l’azione, abbastanza inusuale per un giocatore di fascia».

La salvezza è una pratica archiviata o bisogna stare sul pezzo fin quando non ci sarà la matematica?

«Preferisco rimanere con i piedi per terra e affrontare ogni partita al meglio anche quando arriverà la matematica salvezza. Sia per la società che per noi,  dopo tanti problemi siamo scesi in campo e abbiamo fatto sempre il possibile per vincere».

Ad inizio anno eri il capitano della comitiva, poi il passaggio di consegne con Salvatore Gallone. Cosa è successo?

«Sono contento che il nuovo capitano sia Gallone, io ho una testa gloriosa e preferisco non avere la responsabilità del capofila. Salvatore se la merita tutta la fascia per quello che sta facendo, è uno dei leader del gruppo».

Voci di spogliatoio ti dipingono come il “cantastorie” del gruppo, uno con il sorriso stampato sette giorni su sette e quella vena umoristica oltre la media.

«Difficilmente sono giù di morale, affronto i problemi con il sorriso e mi piace far ridere il gruppo. Secondo me i migliori campionati si giocano quando c’è armonia nello spogliatoio, riuscendo ad instaurare un rapporto sano con tutti».

Mario Lorenzo Passiatore

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