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I comitati Noscaricoamare: «fuori i sindaci dalla lotta»

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manduria-no-scarico-a-mareMANDURIA – Hanno tempo sino al 18 aprile i sindaci di Manduria e Avetrana prima di essere considerati indesiderati dal comitato intercomunale contro lo scarico a mare. Con una risoluzione approvata nel corso di un’assemblea che si è tenuta il 7 aprile, i componenti del comitato intercomunale che riunisce partiti, movimenti, comitati e semplici cittadini, le due amministrazioni comunali di Avetrana e Manduria, hanno criticato l’inerzia dei due sindaci che sino ad oggi non hanno ancora adempiuto a quanto era stato loro richiesto. Vale a dire la nomina di un pool di cinque esperti di chiara fama, che a titolo gratuito trattino con il Ministero dell’Ambiente la questione del No allo scarico a mare (gli esperti guidati dal geologo Mario Del Prete si sono già resi disponibili a prestare la propria opera senza alcun compenso); la nomina di un avvocato amministrativista per la verifica di tutti gli atti riguardanti l’avvio dei lavori del nuovo depuratore; la copertura delle spese legali e dei costi di eventuali spostamenti in pullman dei manifestanti. Per questo, si legge in una nota stampa, «il comitato intercomunale ha deliberato quanto segue: constatato che a tutt’oggi, a distanza di 20 giorni, nessun atto deliberativo è stato compiuto, il comitato intercomunale avverte i rispetti sindaci, che qualora, entro il 19 aprile prossimo, giorno della manifestazione, non dovesse pervenire alcun atto concreto da parte delle amministrazioni di Manduria e Avetrana rispetto alle proposte fatte dal comitato intercomunale, gli stessi sindaci possono ritenersi esclusi e fuori dall’organizzazione e dalla manifestazione».

Il movimento civico, inoltre, sposa la posizione espressa pubblicamente dal geologo Del Prete che sostiene il progetto per il riuso dei reflui in tabella 4 in agricoltura, nella sua interezza.

Da registrare, in proposito, l’intervento di un altro tecnico-politico, l’ingegnere Antonio Curri che in un post pubblicato su La Voce di Manduria, manda a dire questo al professore Del Prete e a chi, come lui, affida un ruolo principale alla scienza e alla volontà popolare anziché alla politica. «Eppure – scrive Curri – il professore Del Prete è abbastanza maturo per non capire che, indipendentemente dalle soluzioni tecniche che possono essere tutte valide, è la volontà politica che deve intervenire!
Faccio un esempio.
L’amministrazione Tommasino – scrive – si trovò davanti un progetto per la ristrutturazione della sede municipale.
Per detto progetto era stata espletata anche la gara!
L’amministrazione, intese far convogliare i fondi previsti verso una soluzione diversa!
La soluzione “diversa”, voluta dalla “politica” di allora, si è dimostrata vincente con la sede municipale nella zona “santa Gemma” e per giunta si sono ottenuti dei fondi per riqualificare l’intera area “Napoli Piccolo”!
Perciò – aggiunge Curri nel suo intervento – mi rivolgo al professore Del Prete, che si “ostina” a presentare il suo progetto alternativo allo scarico come il “tocca sana” della situazione, di concentrare le forze sulla “Politica Regionale” e non altro.
In conclusione – termine Curri – solo se la politica vuole, si possono applicare le soluzioni alternative e non altri». Per onore di cronaca va detto che la gara della ristrutturazione del palazzo municipale che fu annullata ad aggiudicazione già avvenuta quando l’ingegnere Curri ricopriva la carica di assessore ai Lavori pubblici, ha aperto un contenzioso con l’impresa aggiudicataria che è costata alla comunità qualcosa come 80 mila euro di indennizzo.

Nazareno Dinoi

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