MANDURIA – Il mercato settimanale del martedì dovrebbe tornare tra due settimane nel suo normale sito – essendo ormai finita l’occupazione da parte dei capannoni della Fiera Pessima appena terminata – e già si avverte il malumore fra gli ambulanti, molto più propensi a rimanere in Viale Aldo Moro. Pare infatti che in questo luogo momentaneo, le vendite siano maggiori grazie ad un afflusso considerevole di clienti. Effettivamente appare lampante la totale differenza di presenza sia tra i venditori e che tra gli acquirenti che vi è in Viale Aldo Moro, nonostante sia priva di servizi e il parcheggio è possibile trovarlo solo tra le strade traverse. Ma il fatto che sia collocato più nel paese da l’ opportunità di essere raggiunto anche a piedi, cosa difficilmente possibile nel caso dell’area mercatale di contrada Giardinello. Lì il mercato ha ampissimi spazi ma ormai diventati completamente inutili. Venditori pochissimi, sempre meno, perché man mano ritengono poco redditizio dedicare una giornata a Manduria quando i paesi limitrofi hanno mercati molto più ricchi. Il parcheggio per i clienti quando piove, cosa ormai molto ricorrente, è un pantano paludoso e poi in ultimo ma forse la cosa più importante, l’ handicap maggiore, è il fatto che sia fortemente dislocato dal paese. Chiaramente ottima cosa per evitare ingorghi, traffico, e lamentele da parte degli abitanti vicini ma evidentemente questa cosa ha tolto il movimento, il colore, la vitalità tipica dei mercati. Giovanni Castellano, commerciante ambulante e sindacalista, coordinatore Fivag Cisl Taranto Brindisi, interpreta così il malessere della categoria. «L’orientamento comune di operatori e di moltissimi cittadini manduriani, che se assunto dagli amministratori pubblici potrebbe mettere fine ad ogni tipo di provvisorietà considerando altresì che “l’area recintata della Fiera, attigua alla circonvallazione, mal si presta ad ospitare il mercato settimanale, a causa dei conclamati problemi logistici, dei rischi per l’incolumità fisica dei cittadini-utenti, come delle difficoltà di raggiungimento del sito, della carenza di mezzi pubblici, dell’assenza di parcheggi e di controlli, delle carenze igieniche».
Paola Dimonopoli
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