MANDURIA – Tra le delibere in discussione oggi nel Consiglio comunale di oggi pomeriggio, quasi tutte relative al riconoscimento dei debiti fuori bilancio per complessivi 50mila euro, ce n’è una che produrrà accesi dibattiti tra i consiglieri che potrebbero non votarla. E’ quella per il pagamento di una fattura di 15mila euro all’associazione animalista tarantina, Odaam, che per alcuni mesi, nel 2013, ha gestito il canile comunale di Manduria. Era il periodo in cui il comune era amministrato dal commissario prefettizio. Il rappresentante del Ministero dell’Interno si fece carico dell’affidamento del canile all’associazione animalista senza nessuna gara e con una retta per ogni cane ricoverato superiore a quella riconosciuta alla precedente società che gestiva la stessa struttura. La gara ufficiale andò deserta come anche un successivo invito indirizzato alle associazioni della provincia di Taranto iscritte all’albo regionale. Solo a termini scaduti la Odamm di Taranto presentò una sua offerta che fu accettata dall’allora commissario contro il parere del dirigente del Servizio, l’ingegnere Antonio Pescatore, il quale riteneva illegittima tale operazione. A distanza di mesi, la Odaam, che nel frattempo aveva svolto il servizio, presentò la fattura al comune con il relativo atto ingiuntivo a cui il comune non si oppose nonostante la tariffa richiesta fosse superiore al previsto. La vicenda si è protratta sino a novembre dello scorso anno quando l’ufficio avvocatura dell’ente riconosceva legittima la richiesta della Odaam, ma per la tariffa di 85 centesimi per ogni cane e non di 1,17 euro da questa pretesi. In quanto alle responsabilità, però, l’ufficio legale del comune non ha dubbi e scrive: «è chiaro che la Odaam, stante l’assenza di un contratto scritto valido, potrà esperire l’azione contrattuale esclusivamente nei confronti del funzionario dell’Ente (il commissario straordinario), unico soggetto tenuto a rispondere del corrispettivo della prestazione avendo agito al di fuori di ogni schema procedimentale previsto dalla legge». Secondo questo parere, dunque, a pagare dovrebbe essere l’ex commissario prefettizio e non il comune di Manduria. Ma c’è di più. Nell’esprimere parere favorevole alla proposta di delibera (limitatamente all’aspetto formale del riconoscimento di un servizio svolto da parte della Odaam), il collegio dei revisori dei conti accende i riflettori su un’altra mancanza, questa volta a carico degli uffici comunali che non si sarebbero opposti al decreto ingiuntivo. Pertanto i revisori «invitano il segretario comunale a dar luogo ad una indagine interna tesa ad individuare le responsabilità personali dell’eventuale procurato danno, originatosi dalla mancata opposizione al decreto ingiuntivo e dagli atti che hanno portato alla notifica dello stesso al civico ente».
Nazareno Dinoi
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