MANDURIA – Il 27 maggio del 1999 vi fu un delitto che lasciò sgomenti sia i cittadini savesi che quelli manduriani. La vittima, C.S., 24 anni, figlia di un noto geometra di Sava che aveva lo studio a Manduria, anch’essa geometra e collaboratrice del padre frequentava la facoltà d’ingegneria all’università di Potenza. Lì aveva conosciuto un ragazzo suo coetaneo, D.S., con il quale aveva intrapreso una relazione durata alcuni mesi. Il loro rapporto, condizionato dalla lontananza e probabilmente anche da un’incompatibilità caratteriale sempre più evidente, si caratterizzò da diversi periodi di crisi al punto tale che la ragazza si determinò ad interrompere la storia sentimentale. Il ragazzo che era originario di un comune lucano, non si rassegnava alla rottura e tempestava la ragazza di telefonate e di lettere. Completamente folle d’amore e in preda a tale follia, un giorno, il giovane, a bordo della sua autovettura, partì da Potenza e raggiunse Sava per incontrare la ragazza che era ormai decisa a non tornare indietro. Il ragazzo raggiunse la casa della sua ex fidanzata portando con sé un coltello che il padre utilizzava per sgozzare i maiali. In preda alla follia si introdusse nell’abitazione del geometra gridando e insultando la giovane che, impreparata, fu aggredita selvaggiamente alle spalle. Un imbianchino che si trovava in casa per dei lavori tentò di fermarlo, ma fu anche lui ferito ad una mano e al petto. Il tutto avvenne sotto gli occhi atterriti della nonna ottantenne. La ragazza ferita e sanguinante riuscì a divincolarsi, guadagnò l’uscita e raggiunse la strada cercando aiuto. Ma il suo aguzzino la raggiunse e infierì su di lei provocandole sgozzandola e riducendola in fin di vita. Fu lui stesso a chiamare il 113 e a confessare il delitto prima di darsi alla fuga. Fu rintracciato sulla litoranea e condotto in caserma. Apparve subito in evidente stato confusionale: pronunciava frasi sconnesse e piangeva a singhiozzo. Eppure era stato uno studente di buona famiglia, travolto, purtroppo, da un amore viscerale per una donna che lo respingeva e che lui voleva possedere ad ogni costo. La giovane universitaria che viveva tra Sava e Manduria, era nota come una fanciulla esemplare, semplice e sempre sorridente. D.S., condannato per tale delitto, sta scontando la sua pena in carcere dove ha avuto modo di studiare e laurearsi. Il geometra, padre di C.S., non ha retto al dolore e due anni e mezzo fa fa si è tolta la vita.
Sara Piccione
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