SAVA – Interviene con forza ed ancora una volta, il comitato salute pubblica di Sava con il suo presidente Giuseppe De Maglie e la questione resta sempre la dibattuta realizzazione del depuratore Sava – Manduria. Non è una novità che la delusione pervada gli animi di molti. “I savesi sono stanchi di questa situazione, per cui se non dovessero partire subito i lavori, il comitato è pronto a rivolgersi alla Corte dei Conti per il danno erariale che si sta arrecando ed alla procura della repubblica per le omissioni in atti di ufficio che si stanno consumando su questa vicenda. E poi attendiamo tutti i candidati ed i loro sostenitori locali, qui a Sava, per spiegare le loro posizioni sul tema.”
De Maglie intende chiarire i termini della questione. “Partiamo da un dato – dice -: il comune di Sava è completamente privo del servizio di depurazione delle acque nere, il comune di Manduria ne è servito in parte, le marine ne sono completamente sprovviste. In più, aggiungiamo che i valori rilevati dall’arpa, riguardo il funzionamento del depuratore di Manduria, ci dicono che non rispetta nessun valore e che, quindi, è fuori norma. Questa la situazione attuale. Ed allora, a fronte di questo stato di emergenza ambientale, con numerosi sversamenti nella falda sotterranea cosa facciamo? Continuiamo a dire no alla condotta sottomarina, quindi alla realizzazione dell’opera, solo ed esclusivamente per ragioni ideologiche o politiche. Si parla di turismo che verrebbe danneggiato ma, fatemi capire, quando all’Urmo venivano costruite decine e decine di case abusive che, ancora oggi, sversano nel sottosuolo, il turismo non esisteva ? E poi quale turismo c’è oggi ?Ma cerchiamo di essere realisti. Guardiamo altre realtà, come Polignano a Mare, dove il turismo esiste veramente, eppure vi è la condotta sottomarina. Oppure , ci fate capire, perchè il consorzio di Torre Guaceto ha accettato di buon grado la soluzione della condotta sottomarina e qui da noi, invece, si continuano a fare le barricate ? Tutto ciò è inspiegabile. Vogliamo continuare a fare demagogia ed a scaricare nel sottosuolo i nostri reflui o intendiamo risolvere il problema, così come ci è stato proposto dalla Regione?”, concludono i savesi.
Lucia Iaia
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