MANDURIA – Un vero salasso sta arrivando in questi giorni nelle case di circa duecento famiglie manduriane che hanno deciso di allacciare le proprie abitazioni alla rete fognante. Per effetto di una clausola del nuovo regolamento comunale approvato dal Consiglio comunale a febbraio di quest’anno che prevede il riconoscimento, per l’ente, di una somma necessaria a coprire i lavori di ripristino stradale post-lavori di scavo, l’Acquedotto pugliese sta pretendendo dai cittadini versamenti esosi mai richiesti prima. Le pretese dell’ente idrico, in particolare, riguardano diritti di segreteria, il versamento della tassa di suolo pubblico per l’occupazione necessaria allo scavo e ben 336 euro oltre Iva «per oneri aggiuntivi – si legge nella lettera inviata agli utenti – previsti dal vigente regolamento comunale articolo 6 esecuzione dei ripristini». Secondo il vice sindaco e assessore al Contenzioso, Gianluigi De Donno che sta preparando una nota esplicativa su tale problema, sia la tassa sull’occupazione del suolo pubblico che le spese necessarie al ripristino degli scavi sono a carico dell’Aqp e non del cittadino. De Donno, interpretando diversamente dall’Aqp il dettame del regolamento citato, l’utente è responsabile del materiale e degli oneri che partono dall’allaccio del contatore in poi e non delle opere (scavi e tubature) che l’Acquedotto realizza sulla strada pubblica. Nell’attesa che si chiariscano i due enti qualche utente ha già versato la somma richiesta dall’Aqp.
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